domenica 9 maggio 2021

Cardo mariano

 Festa della Mamma! Per chi crede, un pensiero va anche alla Mamma celeste: Maria.

A lei è dedicato un fiore selvatico…


Il cardo mariano (Silybum marianum (L.) Gaertn., 1791) è una pianta erbacea biennale della famiglia Asteracee, dal carattere seminfestante, particolarmente diffusa nell’area mediterranea e principalmente al Sud e al Centro.

Si rinviene con una certa facilità nei campi incolti, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, tra le macerie dove forma estesi gruppi.

È una pianta con portamento vigoroso che si caratterizza per i bellissimi fiori di colore rosso-purpureo, oltre che per le robuste spine presenti sulle foglie e per una tipica venatura bianca delle stesse.

La sua figura ha ispirato leggende che lo vogliono altero protettore degli indifesi. 

Una di queste racconta che durante la fuga di Maria e Giuseppe verso l’Egitto, per salvare Gesù dall’infanticidio voluto da Erode, il Cardo coprì con la sua prestanza tutta la famiglia, nascondendola alla vista degli inseguitori, proteggendola con le sue acuminate spine e, per nascondere le gocce di latte cadute dal seno di Maria, si trasformarono in fusti picchiettati di macchie bianche, facendo in modo che i soldati non cercassero oltre.

A testimonianza di questo evento è rimasta sulle foglie della pianta del cardo una tipica venatura bianca e da allora fu detto Mariano.

Successivamente, venne quindi indicato in particolare a tutte le madri in allattamento, appunto per i suoi principi depurativi; già nel Cinquecento Pietro Andrea Mattioli, noto umanista e medico italiano ne descrisse le qualità del cardo mariano.

Ma non è l’unica leggenda che vede come protagonista il cardo, in Germania si narra che nel luogo che aveva visto commettere un eccidio, ogni giorno allo scoccare del mezzogiorno cresceva un cardo che, nella forma, ricordava una persona. Ogni giorno, il cardo cresceva e si completava fino ad assumere la forma completa di braccia, gambe e 12 teste. Un pastore, passando in quel luogo a mezzogiorno, posò il suo bastone nel luogo dove sorgeva il cardo ed il bastone prese immediatamente fuoco, mentre il braccio del pastore rimase paralizzato.

Un’altra leggenda vuole che, proprio grazie al cardo, ci sia concesso di sapere se la persona a cui teniamo prova vero amore per noi: si raccoglie un cardo mariano fiorito, e alla vigilia della Festa di San Giovanni (23 giugno), dopo averlo bruciacchiato, lo si mette in un bicchiere di acqua. Se durante la notte il cardo riacquista colore, allora siamo amati.

Di origine classica invece, un’altra leggenda vuole il cardo sia nato come espressione di dolore della terra per la morte del giovane pastore siciliano Dafni, caro ad Apollo, Pan ed Artemide; le spine della pianta rappresentano il dolore, mentre le gocce sono le lacrime che la terra stessa versò alla morte del pastore.

Viene utilizzato sia a scopi ornamentali, per il bel colore porpora del cupolino, sia per usi alimentari, il fusto cotto e le foglie fresche e private delle spine, che per scopi curativi.

Il cardo mariano è noto per avere una valida azione protettiva sul fegato, legata alla silimarina. La sua assunzione è indicata per la disintossicazione dovuta a epatite, cirrosi, alcolismo, droghe, e tossine ambientali, che entrano nel corpo tramite il cibo, l’acqua, l’aria e la pelle. É il rimedio salvavita contro l’avvelenamento da funghi velenosi, come l’Amanita phalloides. Rigenera i tessuti del fegato, stimolando la produzione di nuove cellule, ringiovanendolo e proteggendolo dai danni futuri. Per la sua proprietà tonica e decongestionante, migliora la funzionalità epatica, ed è coadiuvante contro problemi, legati alla fatica, la depressione e ad allergie alimentari. Ha inoltre proprietà galattogene: stimola cioè la produzione di latte materno nelle puerpere, perché contiene una gran quantità di complessi di bioflavonoidi (fitoestrogeni) chiamati flavonolignani. Questi fitoestrogeni regolano la produzione ormonale femminile, il cui equilibrio è fondamentale per il benessere generale della donna.


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